Il mio problema è...

Scritto il 22/08/2019


Albert Einstein dice: “Se avessi un’ora di tempo per risolvere un problema, spenderei 59 minuti riflettendo sul problema e solo un minuto sulla soluzione.

 

La cosa interessante è che, come adulti, molte volte ci comportiamo esattamente nel modo contrario, spendiamo tante energie per indentificare delle soluzioni e poniamo poca attenzione alla comprensione del problema. I bambini forse ancora di più.

  

 

Basta immaginare le mani alzate in classe mentre le domande non sono ancora state fatte.

 

Molte volte capita che la mancata comprensione del cuore del problema o dell’origine di una difficoltà, sposti la loro attenzione su altre questioni: la conseguenza non li porta alle soluzioni desiderate.

 

 

Perché possono succedere situazioni di questo tipo?

 

Come possiamo aiutare i bambini a capire i processi mentali che possono facilitare la comprensione del problema?

 

Partiamo dal presupposto che se un problema non è chiaro e ben articolato può essere semplicemente perché del problema in sé abbiamo poche informazioni. Fare un’analisi profonda della sfida, capire la sua natura, da dove deriva, può essere la chiave necessaria alla soluzione. Per ricavare le informazioni desiderate si può utilizzare la tecnica di „porre/porsi delle domande sistematicamente”. Per esempio:

...un bambino che ha il „problema” di preparare la cartella per l’indomani, può affrontare la questione ponendosi una serie domande come: „Che materie avrò domani?, „Quali libri ho lasciato già a scuola?”, „Che altri accessori devo portare con me?”, „Il mio quaderno che non trovo ora l’ho prestato a qualcuno”?

 

 

Interessante notare che la nostra mente, senza rendersene conto, si organizza automaticamente in questo modo, cioè nel caso di assenza di certe informazioni le cerca immediatamente per identificare le soluzioni...

 

Succede questo già la mattina quando ci alziamo. Apriamo l’armadio e ci poniamo immediatamente delle domande come: cosa mi metto oggi? Dove devo andare? Che tempo c’è fuori?, ecc. A questo punto faccio le mie considerazioni e poi opero una scelta.

Cosa succede invece nel caso di un problema piuttosto complesso? Come si possono identificare le soluzioni che non sono immediatamente riconoscibili? Anche in questo caso bisogna conoscere bene il problema e le sue componenti. Il “problema complesso”, in questo contesto, indica una problematica che è composta da più problemi intermedi.

 

 

Una delle strategie più efficaci quindi è quella di provare a scomporre il problema in parti per poter comprendere e risolvere i vari “stadi” uno dopo l’altro.

 

Uno degli esempi più semplici nella scuola per questo processo sono le operazioni matematiche, ad esempio:. 9x23= 9x20 + 9x3.

In che modo Accelium EDU aiuta nell’applicazione di questa strategia? Se il compito dato dalla maestra è quello di fare una ricerca sulla vita al tempo dei faraoni bisogna rendersi conto della complessità del compito. Bisogna svolgere una ricerca su internet per trovare materiali, bisogna sintetizzare in un testo la ricerca aggiungendo delle riflessioni, bisogna anche trovare foto, immagini e altri materiali che mi sosterranno nella realizzazione del progetto, inoltre devo prendere in considerazione altri aspetti, come la data di consegna insieme ad altre procedure tecniche (stampare materiali o altro). Se sono consapevole della complessità del problema e riesco a dividere e programmare la soluzione dei vari passi intermedi, la realizzazione del compito diventa molto piú facile.

Alcuni anni fa, in una classe di scuola primaria, ho presentato uno dei giochi di Accelium EDU, chiamato “Move It”. Senza indicazioni particolari, ho messo il gioco in mano ai ragazzi, l’ho fatto sperimentare e alla fine ho chiesto cosa il gioco avesse insegnato loro.

 

 

Uno studente mi rispose così:

Questo gioco mi ha fatto capire la differenza fra impossibile e difficile."

 

Un problema che a prima vista sembrava impossibile, si risolveva immediatamente quando mi sono accorto che focalizzavo la mia attenzione sull’elemento sbagliato. Investigando meglio la situazione, mi sono reso conto dell’ostacolo vero che mi impediva di trovare la soluzione.

 

Se non si trova immediatamente, non vuol dire che non c’è soluzione, ma solo che devo cercare meglio e capire bene il problema che ho davanti.

 

Panna Orban